Onorevoli Colleghi! - Si rende necessario avviare un serio processo di riforma dei servizi pubblici locali volto ad accrescere l'efficacia di tali servizi, aumentandone l'efficienza, riducendone i costi e soddisfacendo al meglio i bisogni dei cittadini.
      Con la presente proposta di legge si intende dare al Governo una delega per il riordino dei servizi pubblici locali che, in attuazione del nuovo testo della Costituzione che attribuisce allo Stato il compito di promuovere la concorrenza, costituisca un quadro d'insieme coerente per le sperimentazioni da parte degli enti locali di nuove forme di gestione dei servizi più vicine ai cittadini e per le iniziative imprenditoriali delle migliori aziende di servizio.
      Il sistema economico italiano subisce le conseguenze di annose carenze infrastrutturali, nonché della scarsa qualità dei servizi e di prezzi più alti; è ora il momento di dare spazio al confronto concorrenziale

 

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e creare occasioni di sviluppo per le imprese che vogliono crescere e innovare.
      Si intende, così, sollecitare i comuni a liberalizzare il mercato locale dei servizi pubblici e ad aprire la gestione delle reti dei servizi alla partecipazione dei privati in uno spirito di sussidiarietà e di collaborazione, convogliando capitali verso investimenti altrimenti impossibili e migliorando la fruibilità da parte dei cittadini, a beneficio della collettività tutta.
      Si tratta di rendere sinergica e funzionale l'attività privata a finalità di interesse generale evitando aggravi dei bilanci pubblici, in linea con i princìpi di diritto comunitari espressi nei diversi documenti elaborati sui servizi pubblici di interesse generale a carattere locale, mantenendo fermo il principio per cui la proprietà delle reti e degli impianti di servizio pubblico locale rimane in capo agli enti locali.
      Nella sostanza si ripropone il testo originario del disegno di legge del Governo (atto Senato n. 772), presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri, Prodi, e dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali, Lanzillotta, di concerto con altri Ministri, prima degli stravolgimenti operati, al Senato della Repubblica, dalla sinistra radicale, che ha di fatto annullato i passi in avanti nel processo di liberalizzazione dei servizi pubblici locali, con tre diversi compromessi, sempre al ribasso, riguardanti il recupero della gestione diretta in economia dei comuni, la moratoria per i servizi idrici e il ripristino dei servizi delle società speciali.
      Si vogliono coinvolgere le energie imprenditoriali e lavorative e le loro capacità innovative per realizzare un salto di qualità nella fornitura di servizi ai cittadini e nel sostegno alla competitività del sistema economico nazionale.
      La nuova disciplina prevede un generale ricorso a procedure competitive ad evidenza pubblica di scelta del gestore, per l'affidamento delle nuove gestioni e per il rinnovo delle gestioni in essere dei servizi pubblici locali di rilevanza economica.
      Il ricorso a forme diverse di affidamento dei servizi pubblici locali resta, invece, consentito solo eccezionalmente, e adeguatamente motivato da particolari situazioni di mercato. Peraltro, in questi casi gli enti locali dovranno indicare in modo ragionevole i termini entro cui la quota pubblica deve essere alienata; l'eccezionale possibilità di affidamento a «società miste», partecipate dall'ente locale, viene circondata da garanzie, circa la stretta inerenza delle modalità di selezione e di partecipazione dei soci pubblici e privati agli specifici servizi pubblici locali oggetto dell'affidamento, ferma restando la scelta dei soci privati mediante procedure competitive.
      La possibilità di acquisire la gestione di servizi diversi o in ambiti territoriali diversi da quelli di appartenenza viene esclusa per i soggetti già affidatari in via diretta di servizi pubblici locali, nonché per le imprese partecipate da enti locali, che usufruiscano di finanziamenti pubblici diretti o indiretti, salvo che si tratti del ristoro degli oneri di servizio relativi ad affidamenti effettuati mediante gara, sempreché l'impresa disponga di un sistema certificato di separazione contabile e gestionale.
      Il riordino dei servizi pubblici locali dovrà altresì puntare a favorire la massima razionalizzazione ed economicità, anche mediante la gestione integrata di servizi diversi e l'estensione territoriale della gestione del medesimo servizio.
      Con la presente proposta di legge si mira ad introdurre una disciplina unitaria per l'affidamento di tutti i servizi pubblici locali, che dovrà quindi essere armonizzata con le discipline di settore previste per ciascun servizio pubblico locale, anche mediante l'univoca indicazione delle norme applicabili in via generale a tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica e delle norme di settore, ferma restando la proprietà pubblica delle reti e degli altri beni pubblici e strumentali.
      La presente proposta di legge delega, altresì, il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi in materia di tutela degli utenti dei servizi pubblici locali; ogni gestore
 

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dovrà adottare una carta dei servizi concordata con le associazioni dei consumatori e degli utenti e delle imprese interessate all'utenza del servizio, che indichi anche le modalità d'accesso alle informazioni garantite, le modalità per presentare reclamo, le modalità per adire le vie conciliative e giudiziarie, nonché i livelli minimi garantiti per ciascun servizio e le modalità di ristoro dell'utenza, in forma specifica o mediante restituzione totale o parziale del corrispettivo versato, in caso di inottemperanza.
      Il permanere dell'affidamento del servizio sarà, dunque, condizionato all'adozione e al rispetto della carta, nonché al positivo riscontro degli utenti, che dovrà risultare dall'esame dei reclami e dall'effettuazione di sondaggi di mercato, connotati da garanzie di obbiettività, sotto la vigilanza dell'ente locale e delle autorità nazionali di regolazione.
 

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